L’arte e la rivoluzione e sul principio del comunismo
di Richard Wagner
Anno di edizione: 2003
Pagine: 128
ISBN: 9788886095525
Traduzione di Natascia Pennacchietti
Introduzione di Gianni Toti
Il breve saggio sull’arte pone il famoso drammaturgo sotto una luce completamente diversa rispetto ai testi musicati nelle sue opere: Wagner si trasforma in un lucido analista della situazione artistica moderna sottolineando la perdita di identità degli artisti e di incisività dell’arte dovuta al sopravvento che le necessità di mantenimento e di arricchimento hanno preso all’interno della società. In questa situazione in cui l’artista (ma più in generale ogni uomo) si trova a dover combattere quotidianamente con il problema dei soldi, si perde il gusto del bello e l’amore per l’esperienza artistica e tutto ciò che è manifestazione dei sentimenti dell’animo umano si trova a essere al servizio della religione o dell’industria. L’arte, quindi, da essere un’espressione conservatrice di uno status quo tipico di un mondo in cui si permetteva all’uomo di vivere in armonia con la propria natura diventa rivoluzionaria perché necessariamente deve tendere a sovvertire lo stato delle cose per ripristinare la propria priorità all’interno della società.
Richard Wagner (1813 - 1883)
Musicista e scrittore, figura centrale nel passaggio dal primo al secondo Romanticismo tedesco. Il suo intero lavoro si racchiude sotto la concezione dell’“opera d’arte totale”, fusione di musica, poesia e arti figurative. Autore di tutti i testi poetici dei suoi drammi musicali, rivela anche notevoli doti di scrittore. L’arte e la rivoluzione è stato scritto nel 1849, anno della sollevazione di Dresda a cui l’artista prende parte.